Al concerto senza Green pass
a cura di Ninni Raimondi
Al concerto senza Green pass
Bufera sull’iniziativa di Ruggeri
«Al mio concerto senza Green pass»: con questo annuncio ha esordito ieri su Twitter Enrico Ruggeri, alla vigilia del suo concerto in programma oggi a Genova. «Una piccola grande vittoria», scrive. «Domani a Genova sarà possibile accedere al mio concerto anche senza Green pass: gli addetti della Croce Bianca effettueranno tamponi gratuiti ai possessori del biglietto. (lo avevo proposto un anno fa). Spero di creare un precedente. A domani».
La bella iniziativa di Ruggeri genera un vespaio
Tamponi gratis prima del concerto: una bella iniziativa — in pieno stile Ruggeri, verrebbe da dire — ideata per venire incontro a tutti coloro che, non volendo o non potendo vaccinarsi, arrivano sprovvisti di Green pass: il risultato negativo al test genera il certificato verde automaticamente e lo spettatore può godersi la serata. Ma quel «senza Green pass» ha fatto rizzare le antennine a tutti gli ultrà del vaccino e pass annesso, che in massa si sono sollevati contro Ruggeri affrettandosi a spiegare che «tampone negativo = green pass».
Non ci vuole una laurea in astrofisica — o forse per taluni sì? — per capire che con «senza Green pass» il cantautore milanese intendesse «se non si è muniti di certificato all’ingresso, vi facciamo un tampone — che non dovrete pagare, dal momento che costa 15 euro che si andrebbero ad aggiungere al prezzo del biglietto — il cui risultato negativo genera il pass valido 48 ore che vi permetterà di assistere al concerto».
Anche i no vax contro Ruggeri
Siccome a far del bene, sovente si finisce per prendere sputi omnidirezionali, contro il cantante si sono sollevati anche gli oltranzisti no vax che hanno accusato Ruggeri di «piegarsi alle regole demenziali della dittatura sanitaria». Proprio lui, che da marzo 2020 ci risulta essere una delle 4 voci del mondo dello spettacolo fuori dal coro di tutto il carrozzone pandemico mainstream. Insomma: per andare incontro alle ridotte capacità mentali dei suoi detrattori Ruggeri ha dovuto twittare successivamente: «La vittoria è: vedo il concerto senza dover fare il vaccino e senza spendere soldi per il tampone», offerto gratuitamente come spiegato nel tweet iniziale.
Ma niente, la gente non ci arriva. «Riuscire a beccarsi insulti da ambedue le fazioni solo per aver difeso diritti e cercato soluzioni», scrive sconsolato. «Forse fanno bene quelli che tacciono e non prendono mai una posizione, se non per correre in soccorso dei vincitori».
Il messaggio a Rockol
Ruggeri ha poi deciso di rispondere ale critiche lasciando un messaggio al sito Rockol. «Sono stato il primo tra musicisti e addetti ai lavori a lanciare un grido di allarme, cercando di formulare proposte che dessero al nostro mondo dignità e lavoro, a lungo circondato da silenzi ai quali si aggiungevano congratulazioni e esortazioni ad insistere, tutte dette privatamente e in gran segreto», spiega. «Non ho mai avuto paura, ho cercato soluzioni rispettando le opinioni di tutti. Ho deciso di tornare sul palco per non abbandonare ancora una volta tecnici, musicisti, e tante persone che vivono di musica e di spettacolo. Sono stato attaccato, offeso, minacciato, zittito, in un continuo gioco al massacro teso a delegittimarmi e a mettermi in un angolo».
Poi chiarisce: «Per il concerto di stasera a Genova grazie alla buona volontà di tutti ho ottenuto la possibilità di effettuare tamponi gratuiti per consentire l’accesso a chi, non volendo o potendo vaccinarsi, potesse entrare al Porto Antico in tranquillità per se stesso e per gli altri». Sono arrivati altri attacchi «anche da personaggi pubblici, evidentemente spaventati da una diversa lettura del problema Covid. Forse sbaglio, dovrei rimanere nascosto nel gruppo, evitare di espormi. Purtroppo sono fatto così, credo nella libertà di pensiero, cerco di combattere ingiustizie e soprusi difendendo la mia visione delle cose».