Mes, la non richiesta invasione di campo di Ignazio Visco
a cura di Ninni Raimondi
Mes, la non richiesta invasione di campo di Ignazio Visco
Durante l’ultimo Festival dell’economia di Trento, conclusosi due giorni fa, è intervenuto Ignazio Visco, governatore dal 2011 di Banca d’Italia, entrando a gamba tesa nel dibattito politico. Nel corso della convention trentina, giunta quest’anno alla quindicesima edizione, si è dibattuto sulla situazione dell’economia italiana e dell’eurozona durante la crisi causata dalla pandemia e dagli annessi lockdown e della risposte che l’Unione Europea ha messo in campo per fronteggiare l’emergenza.
Dopo aver indicato la giusta via per spendere i soldi – anch’essi a strozzo – del Recovery Fund, Visco si è concentrato sul discusso Mes, il Meccanismo europeo di stabilità.
Una vera e propria ingerenza
“La speciale linea di credito attivata in seguito alla pandemia, sebbene gestita dallo stesso organismo, ha finalità e struttura completamente diverse: è un programma di scopo per le spese sanitarie e non ci sono condizionalità come nei programmi tradizionali. In questo caso non c’è la Troika”, ha spiegato Visco, aggiungendo che “il Mes ha solamente vantaggi, non si va sul mercato e la condizionalità è solamente spendere i soldi nel settore per il quale è stato disegnato”. Una realtà ben diversa rispetto a quella presente nel trattato istitutivo del Mes che parla di “protocolli d’intesa” e “condizioni rigorose”, tutto sotto “l’egida” della Commissione europea e della Bce e in alcuni casi anche del Fmi.
Dopo aver descritto il Mes come un prestito ad un amico, Visco però sottolinea un dettaglio importante, ovvero dello “stigma, che va affrontato in maniera ragionevole e trasparente”. Con questo termine il governatore di Banca d’Italia si riferisce al fatto che l’Italia, per una cattiva comunicazione o un cattivo uso dei fondi, potrebbe risultare debole sui mercati – la solita storia del “ce lo chiedono i mercati”.
Paradossale che una cattiva comunicazione sul come spendere i soldi del Mes possa rendere l’Italia bisognosa sui mercati, quando questo meccanismo è stato pensato per nazioni incapaci di piazzare i propri Titoli di Stato – la Grecia, esempio paradigmatico -, caso che non ci riguarda assolutamente viste le ultime aste conclusesi con pieno successo.
Bagnai: “Inacettabile propaganda”
“Le affermazioni di Visco secondo cui l’accesso al Mes avrebbe solo vantaggi economici, con l’ unico problema del cosiddetto stigma, sono decisamente sorprendenti nel merito e nel modo”, ha tuonato Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega. “Lo stigma – ha sottolineato – deriva dal fatto che il fondo del Mes è concepito per i paesi che non hanno accesso al mercato. Rivolgersi ad esso quindi è un’ammissione di debolezza, ingiustificata nel caso dell’Italia che continua a collocare titoli a tassi decrescenti e a godere della fiducia dei mercati”.