
I quattro pilastri della rabbia.
I quattro pilastri della rabbia.
a cura di Ninni Raimondi________________________________________________________________________________________
Un viaggio tra le miserie dell'Uomo e i motivi che lo hanno portato a vivere, costantemente, il proprio inferno.

Qui Damasco: La conferenza
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Il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha incontrato oggi il Presidente iraniano Ahmadinejad e il presidente siriano Bashar al-Assad, qui a Damasco.
Anche se non è noto se il leader di Hezbollah ha anche incontrato Khaled Meshal, segretario generale di Hamas, Ahmadinejad si è incontrato con i leader di dieci movimenti palestinesi.
Lo scopo della riunione è stato, secondo Meshal, l’atto di coordinazione in uno sforzo congiunto per combattere il sionismo e chi se ne vanta.
Questa blindatissima riunione è stata organizzata esattamente il giorno dopo che il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha invitato il suo omologo americano, Robert Gates, ad imporre sanzioni “importanti” contro l'Iran, il più presto possibile.
Durante l'incontro a Washington DC, il ministro israeliano, ha dichiarato che le sanzioni sono un imperativo considerate le “probabili” aumentate capacità di dotarsi di armi nucleari da parte dell'Iran .
Ha richiamato l'attenzione di tutti i presenti, su Hezbollah, sottolineando che il gruppo militante sciita sta serrando i ranghi e sta crescendo in forza di fuoco in modo esponenziale.
Ulteriori notizie indicano che, in questa settimana, la Repubblica Popolare Cinese sarebbe disposta a sostenere eventuali ulteriori sanzioni contro Israele, per il fatti di Gaza, proposte dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, nonostante le fortissime pressioni da parte dell'amministrazione Obama.
Con gli sforzi diplomatici per risolvere la crisi nucleare su Teheran vengono smorzati i toni per un ulteriore aggravio delle sanzioni messe sul tappeto e al vaglio del Consiglio di Sicurezza ONU. Sia l'Unione europea, sia gli Stati Uniti sono convinti della urgente necessità di costringere l'Iran a ripensare il proprio sviluppo nucleare, allocandolo ad usi civili (L’Iran si sta dotando di elementi di Uranio arricchito ad uso militare) con l’appoggio della Russia che sembra aver accettato queste decisioni.
La diplomazia statunitense, proprio in questi ultimi giorni, è stata molto attiva e benevola nei confronti della Russia tanto che, dopo i rispettivi scambi di “ex spie”, imbarazzanti "pesi e zavorre" da ritirare, ha fatto sì che il Presidente Obama incassasse alcune notevoli concessioni.
Si parla di basi per intercettori balistici degli Stati Uniti, sia nell’Europa centrale, sia nell’Europa orientale.
Al contrario, sempre gli Stati Uniti nei confronti della Cina, hanno assunto un atteggiamento quasi sempre conflittuale.
Il motivi del disaccordo sono sempre quelli: Una vendita consistente di armi a Taiwan (in cambio di forniture di hardware e software sia civili, sia militari, sofisticatissimi e avanzatissimi); una futura riunione del Presidente con il Dalai Lama; le accuse, reiterate, di un coinvolgimento della Cina in numerosi cyber attacchi contro il famosissimo motore di ricerca Google; il prepotente e persistente disavanzo economico finanziario dei due paesi che non ripianano, collassando l’economia mondiale.
La speranza che la Cina rinunci al proprio diritto di veto, previsto in un tale contesto, appare estremamente lontana.
Alcuni falchi dell’amministrazione americana giudicano un attacco militare, avverso l’Iran, con molto interesse. Probabilmente, però, gli Stati Uniti rimarranno a debita distanza da tutto questo, dando il via libera per tutte quelle iniziative che israele vorrà intraprendere a carattere locale e nello schacchiere mediorientale.
Un'escalation della rappresaglia internazionale rimane una prospettiva agghiacciante, proprio come sta evidenziando questa riunione a Damasco.
Anche se, a lungo considerato una propagine dell’ Iran, nell’arco di questi ultimi dodici mesi, Hezbollah sembra sia stato influenzato dalla Guardia Rivoluzionaria Iraniana.
Hamas, descritto come intimamente legato a Hezbollah, dipende anche dalla Siria e dall’ Iran, per le armi. Questo incontro di Damasco solleva lo spettro che sia in atto una pianificazione strategica molto particolare: Un attacco contro l'Iran, da perte degli Stati Uniti che porterebbe ad una violentissima reazione concertata da parte di Hezbollah, Hamas e la Siria.
Questa reazione, secondo il parere di alcuni presenti, verrebbe supportata dai missili balistici Shahab-3, a lunga gittata, in dotazione all’esercito iraniano.
Avrebbe buon gioco, strategicamente, l’estrema frammentazione delle postazioni missilistiche di Hezbollah, oltre il controllo massimo esercitato nella valle della Bekaa.
Rimane un certo amaro in bocca: La striscia di Gaza, ormai considerata un immondo territorio di scambio di favori e un campo di concentramento per 1.4 milioni di abitanti, non è mai entrata in nessun discorso, né negli States, né qui a Damasco.



Damasco: La censura
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La Siria dice no all’informazione.
Anche Akhbar As-Sharq è rimasto vittima di un giro di vite da parte delle autorità siriane per l'uso di Internet nel paese. Anche se meno del 6% dei cittadini ha accesso a Internet e meno della metà ha l'accesso a un indirizzo email.
Il Governo ha - dopo l'introduzione dei filtri informatici nel 1998 - più volte ceduto alla paura delle informazioni diramate dai propri giornali, che non può controllare completamente, bloccando i siti Web, inserendo dei filtri per e-mail, chiudendo i punti di accesso oppure sbattere i blogger dissidenti e i giornalisti sia online, sia usuali, in galera.
Su un lungo elenco di testate e siti web, culturali, religiosi, di intrattenimento politico e di news, il giornale on line più bloccato in Siria è il giornale Hariri, di proprietà del quotidiano Al-Mustaqbal. Ad alcuni livelli governativi, sembra logico che le notizie dei quotidiani libanesi, vengano considarete come anatemi.
Dopotutto, Al-Mustaqbal è un giornale al vetriolo e apertamente anti-siriano, che vanta varie pubblicazioni clandestine in più di una regione.
Il giornale stesso e la sua stazione televisiva affiliata, non esitano a rendere pubblico come la Siria sia sotto il tallone del regime del presidente Bashar al-Assad, responsabile dell'assassinio, nel febbraio 2005, dell'ex primo ministro Rafik Hariri.
Nasir al-Asa'ad, un caporedattore di Al-Mustaqbal, mi ha detto oggi, che esiste il divieto di scrivere o fornire news sul Libano, ma che questo divieto è un "punto d'onore" nella guerra di targeting a favore dell’indipendenza dei media in Libano.
“Una guerra contro la conoscenza e contro libero pensiero ".
"Sappiamo tutti che il regime di Assad odia i giornali e tutti i leader del movimento di opposizione".
Asa'ad mi dice che non si scandalizza su questo e tanti altri divieti, in quanto, a molti siriani piace leggere Al-Mustaqbal "perché è il giornale che offre una possibilità, per molti scrittori dell'opposizione siriana, di esprimersi e di far conoscere le condizioni di vita del proprio paese."
Sebbene Reporter Senza Frontiere , Human Rights Watch e OpenNet hanno tutti denunciato le leggi infami e opprimenti della Siria e sulla censura, questa volta è stato un gruppo locale, l'Organizzazione Nazionale per i Diritti Umani in Siria, che ha sollevato l'allarme.
"L'organizzazione", ha detto Akhbar As- Sharq (casualmente censurato e sbattuto in esilio), "denuncia a tutto il mondo che il governo ha messo al bando un numero crescente di siti web e giornali, intensificando il suo giro di vite sull'uso della stampa e di Internet ". La maggior parte dei siti e dei giornali cartacei e bloccati di recente, si occupano di news e forum culturali curdi.
"Il blocco di questi giornali e dei siti" ha dichiarato l'Organizzazione, "è considerato una grave violazione della Costituzione siriana".
L'articolo 38 della Costituzione locale, garantisce testualmente: "Ogni cittadino ha il diritto di esprimere la propria opinione liberamente e apertamente con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di espressione", ed è stato sospeso dal 1963 da una "legge di emergenza . "
Dal 1998, lo Stato ha versato una generosa quantità di denaro per la costruzione di infrastrutture internet del paese, ma una miriade di nuove leggi e leggine, simultaneamente promulgate dal governo siriano, ha reso impossibile l’uso della rete.
I singoli cittadini hanno bisogno di un costosissimo permesso per navigare in rete, mentre per i giornalisti, la pubblicazione di qualsiasi notizia che riguardi il governo siriano è sottoposta “al controllo della patria”, al pagamento di una imposta sulla notizia stessa e alla segnalazione – al Presidente – del giornalista che l’ha scritta.
Comunque, attualmente, per potere “informare” o tenere un Blog (qualsiasi tema esso affronti), si devono aver compiuto 25 anni, avere un certificato di laurea (in Siria solo lo 0.2% della popolazione ha intrapreso un qualche studio accademico) e avere una tessera governativa che indichi il numero e il nome completo dei componenti familiari (sic!) e che attesti di essere “dei bravi e onesti patrioti fedeli al Presidente”.
Gli utenti di Internet sono anche costretti ad utilizzare e-mail di stato che, nei fatti, sono facilmente controllate dalle autorità. Ma si sono, anche, spesi milioni di dollari per comprare hardware da Germania e Olanda per monitorare e bloccare le email inviate dai giornalisti attraverso servizi come Hotmail.
Molti i poliziotti in borghese negli internet cafè. Nel luglio 2006, il blocco su Hotmail è stato reintegrato , probabilmente perché le tecniche di cifratura Microsoft avevano iniziato ad aggirare le capacità di monitoraggio, ormai, obsoleta del governo..
"Molte cose qui sono illegali", dice il proprietario di un internet cafè a Damasco,."Skype, webcam, ecc. ecc. e soprattutto i Blog”.
In Siria sembrano pensare che questi divieti siano solo un fastidio. Dopo tutto la censura “preserva contro il demonio occidentale, i siti porno e le figure di donne depravate in pose oscene”.
Non è un caso, però, che giornalisti come Masoud Hamid, Mohanad Quatish, Yahia Al-Auis, Mohammad Zeib, Habib Salah, o altri bravi professionisti siriani, nel descrivere la reale e grave situazione locale, siano stati arrestati o detenuti senza processo, - o peggio ancora- torturati.
Pensare che il Presidente siriano Assad, nel corso di una intervista, ha dichiarato:
“.... come punto di principio, vorrei che tutti siano in grado di vedere tutto. Quanto più si vede, più si migliora.... La conoscenza è senza limiti, come la libertà di pensiero è senza limiti.”
A queste parole, si rimane senza parole!
E da Damasco, al momento, è tutto ...

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