
Le Radici della Rabbia
Un Viaggio tra la disperazione e l'orgoglio di vivere

Al Jumhuriyah al Arabiyah as Suriyah
Repubblica Araba di Siria
da Al Qunaytirah - Ultimissime
Il Partito Fondamentalista di Liberazione, fuorilegge nella maggior parte
dei paesi del Medio Oriente, ha invocato oggi l'instaurazione in Siria e
nel territorio dello Sham [l'antica denominazione dell'attuale area
siro-palestinese e libanese, n.d.r.] di uno stato califfale. In un suo comunicato,
il movimento denuncia le continue persecuzioni contro i suoi adepti da parte del
regime di Damasco attraverso feroci campagne repressive. Tuttavia questo nuovo
invito ad un ritorno al Califfato viene criticato dagli osservatori siriani che -
come il membro dell' opposizione Ali al-Abdallah - vedono l'appello come un segnale
della debolezza ideologica e concettuale del movimento, le cui proposte sono
scollegate dalla realtà.
L'analista siriano ritiene che questi appelli nascano da un presupposto in particolare,
ossia che lo stato califfale sia un obbligo islamico e rappresenti lo strumento
migliore per risolvere tutti i problemi dei musulmani ed un mezzo che assicura la
vittoria contro i nemici. L'istituzione del califfato, ha evidenziato Abdallah,
nasce come risposta alle condizioni ed alle circostanze dell'epoca in cui fu
creato, quando il modello di stato corrente era di tipo imperiale.
"Non è possibile separare lo stato dall'epoca in cui esso si sviluppa",
ha concluso Abdallah.
Il progetto del Grande Califfato è invece caro ad Osama Bin Laden e ad Al-Qaeda:
Persino il manuale di addestramento dell'organizzazione apre la sua introduzione con
un richiamo, esplicito, allo scioglimento del Califfato Ottomano, proclamato
il 3 marzo del 1924 e alla conseguente frammentazione del mondo islamico.
Majdal Shams
Si è svolta, ieri, nel villaggio di Majdal Shams, sul Golan siriano, una giornata
di solidarietà coi detenuti arabi nelle carceri israeliane organizzata per ricordare
i 40 anni di occupazione delle Alture dopo la Guerra dei Sei Giorni, ma soprattutto
i 17 detenuti siriani detenuti dallo Stato ebraico - alcuni da ben 23 anni - per azioni
di guerriglia e disobbedienza civile.
Da Damasco organizzazioni di attivisti hanno denunciato le cattive condizioni
umanitarie e sanitarie in cui verserebbero questi prigionieri e hanno rilanciato un
appello alla loro liberazione.
Israele, infatti, ha occupato il Golan nel 1967, annettendolo allo Stato ebraico nel 1981.
Tale annessione non è stata riconosciuta da nessuno Stato ed è giudicata contraria
alle risoluzioni dell'ONU in materia di ostilità fra Paesi Membri, aventi come causale
l'aggressione e la sopraffazione per scopi espansionistici e coloniali (...limitanti,
di fatto, l'autodeterminazione dei Popoli ... ) e conseguentemente contraria, alle più basilari
norme del Diritto Internazionale.
As Suwayda
Campo Profughi As Wathi
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ogni mese circa 50.000 persone lasciano l’Iraq.
1,8 milioni di persone sono in fuga all’interno del paese, mentre 2 milioni hanno trovato rifugio all’estero.
La situazione in Iraq è catastrofica: Rapimenti, assassini e attentati-bomba provocano un centinaio di morti al giorno e
un numero ancora più elevato di feriti. Quasi 4 milioni di persone stanno fuggendo da una situazione insostenibile dal
punto
di vista umanitario, economico e politico. La maggior parte ha trovato riparo in Giordania e Siria, altri si trovano in
Iran,
Libano ed Egitto. La Siria, quale paese confinante, ha raggiunto una situazione al limite della tolleranza. Ha inasprito le
condizioni di
accoglienza, creando notevole disorientamento tra i profughi che temono di essere rimpatriati. Non sono più garantiti
né l’accesso alle cure mediche, né la possibilità per i bambini di frequentare le scuole. I profughi avranno sempre più
bisogno di aiuto e protezione.
Sono soprattutto le donne a trovarsi in una situazione di pericolo: Molte di loro si prostituiscono per poter far passare
le frontiere ai loro parenti. Spinte nell’illegalità, in seguito vengono sfruttate diventando, così, vittime di trafficanti di esseri umani;
sono oggetto di emarginazione sociale se non, addirittura, allontanate dai loro stessi familiari con disprezzo.
La disperazione fra disperati
Sin dal 2003 l'ONU ha attirato l’attenzione della comunità internazionale sulle vittime della guerra in Iraq e si è
impegnato a favore dei profughi in seno all’Alto Commissariato e di fronte alle autorità siriane. Nel 2007 la Commissione
Permanente per i Diritti dell'Uomo, cofinanzierà i programmi dell’Alto Commissariato in diversi settori: Alimentazione,
cure mediche, alloggio e protezione. Metterà inoltre a sua disposizione esperti di settore, al fine di creare un "Corpo
sovrannazionale" specializzato, esclusivamente, in aiuti umanitari ai profughi di tutte le guerre. La "Commissione" ha
stanziato 2,5 milioni di dollari a favore dei profughi in Siria. Prevede inoltre di destinare 1,5 milioni di dollari ai
programmi e progetti in Giordania e in Iraq.



Nablus
Ultimissime ...in anteprima!
Non bastavano i continui attacchi notturni Israeliani a Nablus, nel nord della Cisgiordania. Oggi l'esercito ha
occupato la città vecchia e la zona di Ras'alem, impedendo a chiunque di muoversi da casa. Chi, invece, si trovava in zona
è stato ferito. Gli abitanti hanno chiuso i negozi per potersi rifugiare, mentre, carri armati e blindati sono entrati
circondando diverse abitazioni. I palestinesi hanno posto nei giorni scorsi delle pietre all'entrata della città per
impedire il passaggio dei blindati israeliani, ma le pietre sono state rimosse e Nablus ha vissuto un altro giorno di
terrore.
Alle ambulanze è stato impedito il passaggio ed è stato impedito anche di soccorrere I feriti.
Dei diversi
feriti, ancora, non si conoscono i nomi, ma si sà per certo che è stato ferito un bambino di 7 anni, due adolescenti
ed un uomo di 52 anni che tentava di fuggire insieme al figlio. Il tutto è terminato con l'arresto di un giovane
trentenne membro di Hamas. Quando i blindati ed i carriarmati israeliani hanno abbandonato la città, è iniziata una feroce
sparatoria fra le forze di sicurezza palestinesi e diversi giovani che si trovavano nella città vecchia. Ancora il
motivo non è chiaro: c'è chi pensa che alle forze di sicurezza non sia andato a genio lo sciopero indetto dai negozianti
della città vecchia in segno di protesta nei confronti della politica interna. Ma ieri è trapelata la notizia che
le forze di sicurezza palestinesi agli ordini del governo di comodo insediatosi dopo la presa di potere di Hamas
a Gaza, hanno preso un accordo per indebolire Hamas stesso, sia politicamente, sia militarmente in Cisgiordania. La paura è quella
che Hamas stia pensando ad un colpo di stato anche lì.
La sparatoria [proprio durante la redazione di questa notizia] è ancora
in atto. Le ambulanze sono accorse, ma è pericoloso, anche per loro, addentrarsi nella piazza principale di Nablus.
Si aspetta che tutto finisca; si aspetta di raccogliere i feriti di una città fra due fuochi; si aspetta di raccogliere
i morti e dopo ancora morti e ancora morti.
Amenità:
Domani a Nablus!
Fine Quarta Puntata